BIOGRAFIA
Eraldo Affinati svolge attività di critico letterario, saggista, giornalista, scrittore e docente in un istituto superiore. Si distingue come scrittore policentrico, ha felicemente sperimentato generi e temi diversi, quali quelli del viaggio come riappropriazione di identità soffermandosi sull’indagine della storia e della cultura del Novecento. Dalla sua esperienza di docenza presso la scuola-comunità Città dei Ragazzi di Roma, ha inoltre maturato una profonda conoscenza della realtà dell’immigrazione e della marginalità sociale. Grazie a ciò nel 2008 fonda la Scuola Penny Wirton insieme alla moglie Anna Luce Lenzi per insegnare l’italiano ai ragazzi immigrati.
TEMA DEL TALK
Eraldo Affinati spiega com’è nata l’idea della scuola Penny Wirton, l’origine del desiderio suo e di sua moglie di insegnare oltre l’educazione scolastica standard che offre la scuola dell’obbligo. La scuola nasce con lo scopo di insegnare l’italiano alle persone immigrate da altri paesi, il suo metodo educativo è basato sul rapporto uno a uno tra insegnante e studente. Viene portata avanti solo da volontari e ad oggi è presente in tutta Italia con centinaia di insegnanti.
INTERVISTA
Il team comunicazione ha intervistato Eraldo Affinati, speaker dell’edizione “Whats next”, TEDxCortina 2017.
♦ Come si è evoluto il tuo percorso / la tua idea da quando hai partecipato a TEDxCortina a oggi? Come vedi il futuro della tua idea / del tuo percorso?
Sette anni fa, nel fantastico scenario di Cortina, presentai, di fronte ad un folto pubblico, la scuola Penny Wirton, per l’insegnamento gratuito della lingua italiana agli immigrati, che avevo fondato a Roma con mia moglie Anna Luce Lenzi. Le associazioni che si richiamano al nostro stile educativo, basato sul rapporto uno a uno fra insegnante e scolaro, hanno continuato a crescere. In questo momento le postazioni didattiche sono sessantacinque e continuano ad aumentare coinvolgendo centinaia di persone dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia.
♦ TEDxCortina è stato un agente di cambiamento?
Quasi sicuramente, dopo quella conferenza, trasmessa anche online, tante persone si sono messe in contatto con noi per collaborare al progetto. Quando riceviamo una richiesta la indirizziamo verso una delle nostre sedi. Abbiamo continuo bisogno di volontari che naturalmente formiamo e avviamo all’esperienza pedagogica. E’ l’esempio di quanto il nostro Paese sia pieno di risorse troppo spesso inutilizzate. Dobbiamo trovare nuovi canali partecipativi: ecco perché ho accettato di buon grado l’invito di TEDxCortina.
♦ Cosa ti ispira oggi? Qual è l’idea che reputi più impattante?
Fra i nostri volontari ci sono molti giovani che svolgono i tirocini formativi: si tratta di adolescenti italiani che formiamo per poter insegnare ai loro coetanei di origine straniera. Il rapporto fra pari è l’aspetto più entusiasmante, molti di questi ragazzi non si sarebbero mai incontrati se non avessero avuto questa possibilità.
♦ Un fatto curioso, divertente o che ricordi con piacere legato all’ esperienza con TEDxCortina.
Quando entrai nel grande albergo dove vennero effettuate le riprese, ero un po’ titubante: considerando l’ambiente elegante in cui ci trovavamo, temevo ci fosse il rischio di un evento mondano. Invece, le persone che mi ascoltavano mi parvero sinceramente interessate e successivamente ne ebbi conferma: non bisogna mai avere pregiudizi.